INTRODUZIONE

 

Marcello Creti  (16 aprile 1922 – 1 gennaio 2000)

Studioso e geniale inventore sin da giovanissimo ebbe grande notorietà.

Il suo nome divenne popolare quando furono resi noti i brillanti risultati dei suoi studi, concretizzati in numerosi brevetti di  invenzioni.

Sin dalla prima infanzia, Marcello Creti, non trovò un ambiente favorevole allo sviluppo delle sue precoci doti geniali; i compagni di scuola, i professori e persino i familiari, lo considerarono un diverso, uno studente distratto e svogliato, sempre assorto nei suoi pensieri

Solo il suo insegnante di greco, il prof. Antonello Zintu, riuscì a capire che il comportamento anomalo del bambino, altro non era che il seme di una genialità successivamente riconosciuta. Ciò avvenne quando uno dei tanti disegni tecnici di Marcello Creti (allora tredicenne) venne sottoposto ad un ingegnere che, meravigliato, riconobbe in questo schema la soluzione di un problema elettronico che da tempo si cercava di risolvere: l'eliminazione dell'effetto Larsen.

Marcello Creti aveva da poco compiuto 14 anni, quando venne realizzata e brevettata la prima invenzione che lo rese famoso, tanto da essere definito dalla stampa dell'epoca " il più giovane inventore del Mondo". 

 

24-26-28-29 letti di seguito daranno nome e cognome del diciottenne inventore che presentiamo in foto del quale si è tanto parlato in questi giorni

 

 

 Era l'Amplitele, più conosciuto col nome di "Telefono viva voce".

Dopo tale invenzione si interessarono di Creti i giornali dell’epoca, definendolo in vari modi: "Il nuovo Edison nato in Italia ", " un Piccolo Marconi ", " é il più Giovane Inventore del Mondo", scrivevano in decine di articoli di stampa nazionale ed estera.

Tra questi la Tribuna del 22 ottobre 1938,  dedica un lungo articolo per illustrare l’invenzione, dove il giornalista termina scrivendo: "... sembra roba del duemila e siamo soltanto nel 1938".

Da quel momento in poi gli studi di Marcello Creti furono presi in considerazione e portarono alla realizzazione di una lunga serie di brevetti nei più svariati campi, dando modo al Regime dell’epoca di valorizzare il Genio Italiano. Nacquero così numerose invenzioni, tutte brevettate e commercializzate, alcune delle quali molto semplici dettate unicamente  dalla necessità immediata dello stesso  Creti (negli anni ’30) di risolvere problemi pratici e tecnici.

In un giornale del 1949, in un’intervista del giornalista Massimo Fabbri si legge: "Truman e l’esercito americano ... godono oggi le scoperte scientifiche di Marcello Creti. Col ricavato dei suoi 35 brevetti il giovane inventore intende creare quanto prima un centro studi di fisica."

E’ Proprio in quegli anni, che Marcello Creti, per dare maggiore sviluppo ai suoi studi, rilevò l’antico Monastero Benedettino di San Luca, (sui monti Ernici) allora ridotto ad un cumulo di ruderi, che ricostruì, interamente a sue spese, per farne un primo centro studi, (C.R.E.T.I Centro Romano Esperienze Tecniche Industriali) con la riserva di dare istruzione gratuita ai giovani non possidenti.

rovine del Monastero di San Luca

il Monastero ricostruito

 

Tale centro ebbe ospiti illustri, fra i quali il Pontefice Paolo VI allora Mons. Montini e Re Faruk.

Non si può sottacere nella descrizione del personaggio Creti, così razionale e così tecnico, il suo grande amore per la natura,  tale luogo infatti venne popolato da numerose specie  di animali che vivevano in una rigogliosa vegetazione rimasta incontaminata.

A partire dagli anni ’60, la sua attività di ricerca applicata alla tecnologia subisce un rallentamento per lasciare il posto a quella di esploratore e naturalista.  Il Creti intraprese numerosi viaggi nel mondo che lo portano alla realizzazione di documentari scientifici, uno dei quali (SUOMI - Viaggio al circolo Polare Artico) venne premiato dal Ministero Cultura e Spettacolo con riconoscimento di Primo Grado.

 Successivamente, negli anni ‘70, il suo campo d’azione si sposta verso l’archeologia e la mineralogia con il ritrovamento di numerosi resti archeologici ed una notevole campionatura di cristalli, rocce e fossili. In particolare i ritrovamenti legati alle sue ricerche minerarie furono talmente ricchi e diversificati, per numero e specie di campioni, che gli consentirono di allestire una Mostra Mineraria Permanente. Tale mostra, oggi meta di numerosi visitatori, è d’interesse didattico e può essere considerata unica nel suo genere.

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